Giappone, la via che porta alle Olimpiadi

10 Gennaio 2019

L’atletica del Sol Levante scalda i motori per Tokyo 2020: profondità nello sprint con le medaglie della 4x100 in vista delle World Relays di Yokohama, tradizione della maratona e carte da podio della marcia

di Giorgio Cimbrico

In questo momento in Giappone l’eroe nazionale è Ryoyu Kobayashi, classe ’96, vincitore dei 4 Trampolini a ritmo di Grande Slam, il terzo della storia a infilare volanti successi a Oberstdorf, Garmisch, Innsbruck e Bischofshofen dopo il tedesco Sven Hannawald e il polacco Kamil Stoch. Il salto con gli sci è una delle discipline più amate dai nipponici che hanno da sempre, come riferimenti morali, l’ardimento, il coraggio e lo spirito di sacrificio. Non è un caso che abbiano ottenuto, in questi ultimi anni, sensibili progressi anche nel rugby.

A poco più di 500 giorni dall’Olimpiade che tornerà a Tokyo dopo 56 anni, l’atletica giapponese ha qualche freccia al proprio arco e, in alcune specialità, una profondità sorprendente: Ryota Yamagata 10.00, Yoshihide Kiryu 10.10, Aska Cambridge 10.12 e Takuya Nagata 10.14. Nulla da stupirsi che sia arrivato un 37.85 con Yamagata, Iizuka, Kiryu, Cambridge che colloca la 4x100 al secondo posto nella lista mondiale 2018, a 25 centesimi dal record nazionale, il 37.60 che valse l’argento olimpico di Rio. Una squadra diversa (Tada, Iizuka, Kiryu, Fujimitsu) era salita sul podio mondiale di Londra, terza in 38.04. Il festival mondiale delle staffette della prima metà di maggio, a Yokohama, sarà una buona occasione per dare del filo da torcere ad americani e britannici.

Grandi interpreti nei salti, specie in quelli in estensione, dal 1928 al 1936 (i nomi da leggenda sono quelli di Chuhei Nambu e Naoto Tajima che non andarono lontani dalla doppietta lungo-triplo a Los Angeles e a Berlino), i giapponesi hanno oggi l’uomo di maggior pregio nell’alto: Naoto Tobe 2,32.

La vera forza d’urto viene dalla maratona: terzo a Chicago, nel giorno del record europeo di Mohamed Farah, Suguru Osako è sceso a 2h05:50. Qualche mese prima, a Tokyo, Yuta Shitara era andato vicino al successo in 2h06:11 e Hiroto Inoue era finito sei secondi sotto la barriera delle 2h07. L’annata era stata chiusa con il ritorno alla vittoria, dopo lunghissima attesa, di un atleta di casa nella classica di Fukuoka: Yuma Hattori 2h07:26. I tre posti per i Giochi si trasformeranno in una caccia senza quartiere.

Eccellenti notizie anche tra le ragazze: a parte keniane ed etiopi, la solita folla, Mizuki Matsuda, quinta a Berlino in 2h22:23, è la seconda al mondo, dopo l’americana Amy Cragg. Ad oggi il trio per l’Olimpiade sull’asfalto di casa, da percorrere con partenza alle 5.30 del mattino (questo l’orario consigliato dalla commissione medica), potrebbe esser completato da Hanami Sekine, 2h23:07 e da Homani Maeda, 2h23:48.

Le prospettive più solide di medaglia (mondiale quest’anno, olimpica tra un anno e mezzo) vengono dalla marcia, in particolare dalla 20 chilometri. Eiki Takahashi 1h17:26, Toshikazu Yamanishi 1h17:41 e Daisuke Matsunaga 1h17:46 sono il numero 2, 3 e 4 del mondo, alle spalle del russo Sergei Shirobokov, 1h17:25, e la coppia Koki Ikeda-Isamu Fukisawa, poco oltre l’1h19, è entrata nel club dei primi 10, ottavo e decimo. Nella 50 km Hiroki Arai, lontano secondo a Londra, a 8 minuti dal metronomo Yohann Diniz (che proprio a Tokyo vuole chiudere da ultraquarantenne un’interminabile camminata), si è attestato con 3h44:25 al quarto posto, davanti a Hayato Katsuki, 3h44:31, le due prestazioni che li hanno visti metter le mani su vittoria e secondo posto ai Mondiali a squadre di Taicang.

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