Scotti, quando matura il talento
15 Settembre 2025di Fausto Narducci
Non tutte le giornate dei Mondiali possono essere trionfali come la prima. Tre medaglie non si vincono tutti i giorni ma gli spunti positivi non mancano mai. Per Marcell Jacobs e Gimbo Tamberi sono lontani i giorni dell’abbraccio d’oro, nel giro di 46 minuti entrambi devono dare addio in anticipo alla gara che nello stesso stadio li aveva consacrati campioni olimpici, ma c’è chi proprio in questo stadio comincia la scalata ai piani alti dell’atletica che gli competono da tempo. Edoardo Scotti, il talento lodigiano su cui si erano aperti orizzonti di gloria dopo il titolo europeo under 20 del 2019 a Boras (e tante altre cose) e uomo cardine della staffetta del miglio fin dallo storico oro mondiale under 20 di Tampere 2018, si riscopre uomo da semifinale (e magari anche finale) iridata all’apice di una rinascita sempre più prorompente. Non dimentichiamo che Edoardo era stato nel 2017 primatista italiano under 18 con due record di notevole spessore tecnico: 47.77 indoor e 46.87 all’aperto. E che nel 2018 era diventato primatista italiano juniores in 45.84 con un progresso di oltre un secondo nella rassegna iridata di Tampere.
EURO-TOP 10 - Sono passati poco meno di due mesi da quando (il 19 luglio) aveva iscritto per la prima volta il suo nome nella cronologia dei primati dei 400 metri con il 44.75 di Madrid ed eccolo in grado di demolire quel primato che evidentemente non gli bastava condividere con il compagno di staffetta Luca Sito. Nel primo turno dei 400, dopo aver rinunciato alla finale della staffetta mista del giorno prima che aveva contribuito a qualificare, si esalta con un roboante 44.45 a Tokyo che gli vale il terzo posto e la qualificazione diretta per la semifinale della quarta giornata di gare. Perché roboante? Perché il suo tempo lo proietta nella top ten europea all-time della specialità e migliora il precedente primato di 3 decimi esatti.
CHE PROGRESSO - Un progresso che non si era mai registrato in queste proporzioni nella storia del primato elettrico della specialità, fin da quando Marcello Fiasconaro l’aveva inaugurata con il 45.5 dell’argento europeo di Helsinki 1971 poi ufficializzato come 45.49 elettrico. Un passaggio, dal cronometraggio manuale a quello elettrico, non sempre lineare con una lunga fase di doppio cronometraggio (fin dall’Olimpiade di Tokyo ‘64) che portò alla graduale introduzione dei tempi elettrici (con un abbuono di 0.05 centesimi nella conversione manuale) che entrarono in vigore il 1° maggio 1971 per diventare effettivi ai Giochi Olimpici del 1972. Tutto questo per dire che Marcello fu l’ultimo primatista nella cronologia manuale (45.5) e il primo di quella elettrica (45.49) con il tempo realizzato il 13 agosto 1971 nella finale di Helsinki vinta dall’inglese Jenkins con 44.45. E naturalmente è ancora primatista degli 800 con 1:43.7 del 27 giugno 1973 all’Arena di Milano ma questa è un’altra storia.
RECORD - Basti dire che dal 1971 a oggi il record dei 400 è stato migliorato solo 9 volte in 54 anni ma mai con un progresso di tre decimi come ha fatto Scotti a Tokyo. Nell’albo d’oro del primato troviamo personaggi illustri come il bronzo olimpico della staffetta di Mosca ’80 Mauro Zuliani, il primo a migliorarlo in due occasioni ravvicinate nel 1981: 45.34 e 45.26, nel secondo caso con l’argento alla Coppa del Mondo di Roma. Poi toccò al compianto Andrea Barberi interrompere la striscia più lunga del primato, ben 25 anni fino al 45.19 del 2006 a Rieti per 7 centesimi di miglioramento. E poi quasi altri 10 perché Matteo Galvan sulla stessa pista gliene togliesse altri sette. E’ nel 2019 che entra in scena Davide Re, ora fresco di ritiro e matrimonio, che è quello che finora aveva dato la scossa più forte in due meeting svizzeri del 2019: 11 centesimi (45.01) il 15 giugno a Ginevra e 24 centesimi il 30 giugno a Le Chaux-de-Fonds.
DOPPIA MADRID - Abbiamo ancora negli occhi la prima semifinale degli Europei di Roma vinta da Luca Sito in 44.75 il 9 giugno 2024. Quel giorno Edoardo Scotti era arrivato quinto nella terza semifinale in 45.92 senza accedere alla finale. Ma appena i difficili equilibri della crescita hanno cominciato a quadrare in questo magnifico 2025, il lodigiano trapiantato a Fidenza per gli allenamenti ha ripreso un inseguimento al primato e al compagno di squadra che lo ha portato a eguagliarlo con 44.75 il 19 luglio al meeting di Madrid dopo aver ritoccato il suo record tre settimane prima sempre a Madrid ma negli Europei a squadre in 44.93.
COLPO - Ma Edoardo covava il grande colpo che ha assestato proprio nell’occasione più importante. Abbiamo palpitato con lui in quel serrato arrivo della terza batteria in cui proprio la necessità di strappare al botswano Kebinatshipi il terzo posto che valeva il passaggio del turno lo ha costretto allo sforzo massimo sul filo di lana per guadagnare centesimi preziosi. E questi tre decimi di miglioramento possono dargli la spinta anche psicologica verso quei traguardi che sembravano alla sua portata fin dall’attività giovanile.
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